L’Italia riparte anche grazie alla capacità di servirsi delle tecnologie geospaziali

Abstract

I dati geospaziali hanno assunto un nuovo valore permettendo la connessione di persone, cose, sistemi e ambiente. Tale potente funzione rende questi dati e i servizi per la loro fruizione indispensabili per le tecnologie del futuro e fondamentali per raggiungere lo sviluppo sostenibile.

Nessuno si stupisce del fatto che sia associato il riferimento temporale ad ogni interazione tra persone, oggetti ed elaboratori digitali. Quale valore avrebbe un referto clinico senza data? Non vi è ragione di dubitare che qualsiasi interazione tra persone, oggetti ed elaboratori digitali avvenga sempre in un qualche luogo: nella società “super smart” tale prerogativa e le sue qualità etiche ed economiche guidano lo sviluppo del benessere della popolazione. Per questo, il referto citato sopra, se corredato del riferimento geospaziale della sede del laboratorio medico che ha rilasciato il documento, ottiene maggiore significato.

La valorizzazione di questo prezioso patrimonio e il suo sfruttamento non può prescindere dalla implementazione di una infrastruttura nazionale, articolata a tutti i livelli -statale, regionale e locale- e partecipata da tutte le componenti della società.

L’azione illustrata nel seguito, stimolata dai processi evolutivi in atto a livello globale, doterà i decisori governativi in tempi brevi e certi di una proposta di roadmap, condivisa tra operatori della pubblica amministrazione, del comparto privato e della società civile. Lo scopo è quello di promuovere e realizzare una Infrastruttura Geospaziale Nazionale conforme ai cambiamenti tecnologici e della società, in sintonia con le strategie individuate dai Paesi leader del settore e impostata per valorizzare le esperienze disponibili nei seguenti ambiti: competenze geospaziali, capacità di innovazione, competenze di governance e abilità di inclusione.

La Rivoluzione Geospaziale: dalla mappa al pilota automatico

Nel corso del decennio 2010 - 2019 gli effetti della transizione dal mondo analogico a quello digitale si sono rivelati in tutta la loro potenza. La nostra società è entrata pienamente nella Quarta Rivoluzione Industriale: la capacità di maneggiare le informazioni impiegando i bit offre all’umanità vantaggi completamente nuovi.

Questa prospettiva è tanto più affascinante -e non priva di sfide culturali- quando si presta attenzione alla cosiddetta Rivoluzione Geospaziale, evoluzione della cultura geografica che si fa strada e si accompagna alla trasformazione digitale della società. I fenomeni legati allo spazio e alla spazialità ne danno evidenza: fluttuando tra il mondo fisico e quello virtuale, sperimentiamo il mutare della percezione delle distanze --si pensi ad esse in termini di lunghezze che separano o da percorrere, oppure le si considerino come tempi di percorrenza, ovvero come durata di uno spostamento.

Oltre la mobilità, anche la consapevolezza della posizione è un elemento fondamentale e pervasivo della comunicazione contemporanea. I geografi così provano a renderne ragione : “Things that know where they are can act on their locational knowledge. Spatially enabled things have increased financial and functional utility”.

Ciò che ha caratterizzato in maniera evidente a livello globale gli anni appena trascorsi è il ruolo propulsivo svolto dalle tecnologie dell’industria dell’informazione e della comunicazione: Internet delle Cose, l’Intelligenza Artificiale, il Cloud, il Wireless e la Banda Larga, i Big Data, per citare le più rappresentative, sono driver delle tecnologie geospaziali. D’altro canto, queste ultime sono riconosciute risorse abilitanti per i processi dell’Industria 4.0.

Le tecnologie geospaziali sono così diventate in pochi anni onnipervasive. L’industria di questo settore ha attraversato una fase di marcata dinamicità, basti pensare che molte società ICT -ma non solo, si pensi all’automotive- si sono dotate di proprie unità specialistiche.

Volgendo l’attenzione alle emergenze della nostra epoca - così drammaticamente rappresentate dalla pandemia di COVID-19 - la componente dell’informazione legata allo spazio e alla spazialità dei fenomeni è considerata come il quarto fattore del processo decisionale - oltre a quelli sociale, economico e ambientale- imprescindibile per consentire valutazioni attente e azioni sostenibili per il progresso della società.

I governi dei Paesi leader del settore geospaziale hanno recepito le potenzialità di questa rivoluzione tecnologica-culturale; definendo strategie, strutture e piani pluriennali, procedono alacremente per coglierne le opportunità.

Due progetti geospaziali preziosi

Anche l’Italia prevede azioni riferite a questo ambito della trasformazione digitale. Nel seguito, sono richiamate due iniziative nazionali strategiche, di assoluto valore, sebbene non ancora affatto operative.

Stradari comunali

Tra le basi di dati geografici di elevato valore ha un notevole potenziale d’uso la banca dati degli indirizzi o, più formalmente, degli stradari comunali.

Il legislatore ha previsto l’Archivio Nazionale dei Numeri Civici e delle Strade Urbane, ANNCSU, nell’ambito del Decreto-legge n. 179/2012 . La sua istituzione è funzionale allo svolgimento con cadenza annuale del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni.

La disciplina dei contenuti e dell’operatività dell’ANNCSU è stata stabilita con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 167/2016 “Censimento della popolazione e archivio nazionale dei numeri civici e delle strade urbane”. Lo stesso DPCM ne ha assegnato la realizzazione all’ISTAT e all’Agenzia delle Entrate, mentre il suo aggiornamento è di competenza dei Comuni, che possono avvalersi della Regione quale intermediario infrastrutturale con il livello centrale.

Dell’ANNCSU se n’è occupato il recentissimo Piano di investimenti per lo sviluppo sostenibile delle città elaborato dall’Alleanza nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, ASviS . Nel raccomandare che “occorre completare nel più breve tempo possibile tutte le piattaforme centrali e locali previste dal Piano triennale per l’informatica della P.A. 2019-2021 al fine di renderle interoperabili per l’accesso e lo scambio dei dati” (pag.18), ASviS menziona esplicitamente, tra gli altri, l’ANNCSU.

Il Piano ASviS, per esigenze di sintesi, si limita a enfatizzare che gli interventi sollecitati “possono finalmente consentire lo switch off dei servizi di sportello della P.A. in favore della modalità digitale anche attraverso l’utilizzo dell’Applicazione IO”. l’archivio nazionale degli stradari, però, è importante ribadirlo, ha un potenziale di riuso affatto strategico e amplificabile, tale da contribuire concretamente a quella uscita dalla crisi “rimbalzando in avanti”, auspicata dagli estensori del Piano ASviS, motivo che ne ha ispirato l’elaborazione.

Catasto delle reti tecnologiche

Le esigenze rispetto alla formazione del catasto delle reti tecnologiche sono riferibili al tema della pianificazione, governo e gestione del sottosuolo. Per sostenere la programmazione congiunta degli interventi da parte di P.A. e public utilities, è stata emanata nel 1999 la direttiva: “Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici” (DPCM 3.3.1999) . Punto saliente di tale norma è stata l’introduzione del Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo (PUGSS) .

Recependo le indicazioni di tale direttiva, la Regione Lombardia ha avviato nel 2005 il progetto "Laboratorio Sottosuolo". L’iniziativa si è affermata negli anni successivi come progetto di riferimento nazionale. Nel 2014 l’Agenzia per l’Italia Digitale, AgID, ha attivato il gruppo di lavoro dedicato alle reti di sottoservizi, coordinato dalla Regione Lombardia. Tale tavolo tecnico nel 2015 ha effettuato la revisione delle “Specifiche di contenuto di riferimento per i DataBase delle Reti di sottoservizi e per il SINFI”, il Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture.

La realizzazione del SINFI è connessa all’attuazione del piano di sviluppo della banda ultra-larga. Il primo riferimento costitutivo del SINFI è il Decreto-legge n. 133/2014 . Successivamente, con il Decreto Legislativo n. 33/2016 , l’istituzione di tale sistema informativo è stata legata alle norme per facilitare l'installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità. Infatti, un tale catasto delle infrastrutture fisiche esistenti ne promuove l’uso condiviso e consente quindi il dispiegamento efficiente di infrastrutture fisiche nuove.

Il Decreto attuativo n.139/2016 del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), ha definito i contenuti del SINFI, le modalità di prima costituzione, nonché di gestione e fruizione dei dati detenuti dalle singole amministrazioni, dagli altri operatori di rete e da ogni proprietario o gestore di infrastrutture fisiche.

Grazie al SINFI l’Italia si dota di un dettagliato catasto digitale delle infrastrutture tecnologiche che consentirà di disporre di una “mappa” delle reti esistenti nel sopra/sottosuolo, fondamentale per la pianificazione dei lavori di posa della fibra ottica utilizzando condutture esistenti. Si realizzerà finalmente quel sistema informativo prospettato oltre vent’anni fa dalla direttiva citata sopra per il governo razionale del sopra e sottosuolo, stimolando lo sviluppo di nuovi servizi. Proiettando lo sguardo al futuro prossimo, esso costituirà una componente indispensabile per il Digital Twin della città o, in generale, di un territorio smart.

La gestione di questo prezioso strumento informativo è affidata al MISE, che si avvale della società in house Infratel Italia S.p.a per le attività tecnico-operative e il coordinamento.

Buone Pratiche nel contesto internazionale

Confrontare le proprie iniziative con quelle analoghe di altri stati offre la possibilità di valutarne la corretta impostazione e acquisire elementi utili per migliorarne l’efficacia e l’efficienza.

Per quanto riguarda il tema degli stradari, si possono considerare le soluzioni adottate da altri Paesi, quali Regno Unito, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca ed Estonia. È molto apprezzato in ambito internazionale, il progetto francese Base Adresse Nationale (BAN), iniziato nel 2015 dall’Istituto Nazionale per l’Informazione Geografica e Forestale, IGN, il Gruppo “La Poste”, l’Associazione OpenStreetMap France, il Dipartimento Etalab.gouv.fr e con il supporto dell’Amministratore Generale dei Dati, AGD . Cogestita attualmente anche insieme all’Autorità per la Regolazione delle Comunicazioni elettroniche, Poste e della distribuzione della Stampa, ARCEP, all’Istituto di Statistica e Studi Economici, INSEE, e alla Direzione Generale delle Finanze Pubbliche, DGFIP.

BAN è il riferimento per tutti gli indirizzi nel territorio francese: contiene la posizione geografica di oltre 25 milioni di indirizzi. Completano questo archivio altri servizi, come l’API (Application Programming Interface) di geocodifica liberamente accessibile (https://geo.api.gouv.fr/), che facilitano efficacemente l’utilizzo dei repository geografici da parte della società civile. I consuntivi circa l’uso di questi strumenti dimostra la loro utilità: nel 2017, l'API di geocodifica della BAN ha registrato oltre un miliardo di richieste e 11,8 milioni di visitatori unici nei primi dieci mesi dell'anno, contro 443 milioni di richieste e 5,5 milioni di visitatori unici nel 2016.

Questo archivio è originale e unico non solo per il suo contenuto -che lo rende ad oggi il database più completo per quanto riguarda gli indirizzi in Francia- ma anche per la sua governance inedita, attuata da una compagine che riunisce amministrazioni, società pubbliche e collaboratori della società civile.

Con il SINFI operativo, è di sicuro interesse tenere presente esperienze come il Dial Before You Dig. Questo servizio, disponibile su tutto il territorio australiano da circa vent’anni, è gestito da un’associazione cui hanno aderito PA e operatori di infrastrutture con l’obiettivo di contrastare i danni provocati dagli incidenti causati dalle attività di scavo.

Progetto con caratteristiche analoghe al SINFI e finalità corrispondenti all’iniziativa australiana è il National Underground Asset Register, in fase di realizzazione nel Regno Unito. Esso è inserito nel programma gestito dalla Commissione Geospaziale governativa, istituita appositamente nel 2017 dal governo in carica al fine “to unlock the significant economic, social and environmental opportunities offered by location data and to boost the UK’s global geospatial expertise.”

Proposta per un’azione di Capacity Strengthening

Prendendo spunto dalle esperienze del settore geospaziale disponibili, tenendo presente il quadro internazionale delle prospettive tecnologiche e culturali, viene suggerita un’azione per avviare un processo di capacity strengthening sistemico a livello nazionale. Essa intende dotare i decisori governativi in tempi brevi e certi di una proposta di roadmap condivisa tra operatori della P.A., del comparto privato e del terzo settore, da adottare per promuovere e favorire la realizzazione dell’Infrastruttura Geospaziale Nazionale conforme ai cambiamenti tecnologici e della società, in sintonia con le strategie individuate dai Paesi leader del settore e impostata per valorizzare le esperienze disponibili nei seguenti quattro ambiti: competenze geospaziali, capacità di innovazione, competenze di governance e abilità di inclusione.

Si prospetta l’affidamento di tale azione all’istituzione pubblica - Dipartimento per la Trasformazione Digitale e AgID. Per attività di raccolta e sistematizzazione di materiale documentale, di istruttoria in generale, potrà essere opportuno coinvolgere un soggetto del terzo settore.

L’azione può essere articolata in tre fasi:

  1. esame documentazione, sia nazionale (per es. Piano Triennale per l’informatica nella PA 2020-2022), sia relativa ad analoghe iniziative internazionali e predisposizione di report da distribuire per esame collegiale;
  2. organizzazione e svolgimento della raccolta di commenti e proposte con gli attori pubblici, privati e della società civile rappresentativi del settore geospaziale nazionale;
  3. redazione bozza della proposta di roadmap, distribuzione per la consultazione entro la comunità degli operatori del settore geospaziale nazionale, revisione e consegna.


Analisi SWOT

FATTORI INTERNI

PUNTI DI FORZA

PUNTI DI DEBOLEZZA

Disponibilità di competenze industriali qualificate

Quadro normativo e delle policy (v. Piano Space Economy e Piano Impresa 4.0) adeguato e ambizioso

Corsi universitari e programmi di ricerca di qualità

Necessità di strategia condivisa per la promozione di servizi geospaziali

Potenzialità di crescita dei programmi di certificazione professionale (sviluppo di skill e capacità)

Maggiore contribuzione ai Goal 2030 dell’Agenda ONU per lo Sviluppo sostenibile



FATTORI ESTERNI

OPPORTUNITÀ

MINACCE

Forte crescita del mercato geospaziale globale

Organismi internazionali (UN-GGIM, UE, ISO, OGC,…) e disponibilità di Linee Guida, standard, …

Forte esigenza di ridurre la frammentazione dei soggetti titolati, ai diversi livelli e comparti

Necessità di incrementare la consapevolezza delle potenzialità della Rivoluzione Geospaziale

Costi e finanziamenti

Tempistica: 5 mesi.

Costi: il valore budgetario della presente azione è stimato dell’ordine 12 – 16 mila euro; finanziati in conto capitale.


  1. V. Penn State University (2011). https://medium.com/tantotanto/geospatial-revolution-project-ea7133bd0e2a
  2. T. Foresman & R. Luscombe, 2017. https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/17538947.2016.1275830
  3. A. Rajabifard (a cura di): Sustainable Development Goals Connectivity Dilemma (pag. 66). https://www.taylorfrancis.com/books/e/9780429290626
  4. GeoBuiz -Geospatial Industry Outlook & Readiness Index. Edizione 2019. https://issuu.com/geospatialworld/docs/20190329-geobuiz-report-2019-freeve
  5. “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” (convertito in legge n. 221/2012).
  6. Il Piano è stato presentato pubblicamente lo scorso 28 maggio. Esso “propone un programma da oltre 200 miliardi in 10 anni su ambiente, mobilità, trasformazione digitale, sanità e lotta alla povertà, elaborato da un gruppo di esperti”, tra cui anche di Stati Generali dell’Innovazione.
  7. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dip. Aree UrbaneDirettiva 3.3.1999: Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici”, GU Serie Generale n. 58/1999 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1999/03/11/099A1757/sg
  8. Componente dello Strumento Urbanistico, per le città con più di 30.000 abitanti.
  9. “Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive” (convertito con la legge n. 164/2014).
  10. In attuazione della Direttiva 2014/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014.
  11. Riferimenti al progetto BAN sono tratti dal “Rapport au Premier Ministre sur la Donnée dans les Administrations”, 2016-2017 e dal Rapporto Etalab 2019https://www.lpi.org/blog/2020/07/28/value-open-source-universities-uc-santa-cruz-tests-water